Irene Pivetti è finita nei guai dopo che sono state sequestrate migliaia di mascherine cinesi importate da una ditta da lei amministrata. L’ipotesi di reato è la violazione dell’articolo 515 del codice penale per frode nell’esercizio del commercio. L’indagine è condotta dalla Procura di Savona nell’ambito delle migliaia di mascherine Ffp2 in arrivo dalla Cina e fermate dalla guardia di finanza al terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa, dove sono ora custodite. Tutto era partito, all’inizio del mese di aprile, dal sequestro dei dispositivi in una farmacia a Savona con il marchio CE contraffatto, per altro rivendute con rincari esorbitati, fino al +250 per cento. Così, andando a ritroso nella catena della distribuzione, si è risaliti alla società che li distribuisce in Italia, la Only logistics Italia srl, di cui è amministratrice unica proprio Pivetti.
L’ex presidente della Camera al quotidiano di via Solferino si difende specificando — Noi abbiamo rispettato quanto previsto dal contratto con la Protezione civile, soltanto che poi le regole sono cambiate in corsa, affidando all’Inail la competenza di certificare i dispositivi di protezione. Abusivamente si pensa che una persona che venti anni fa ha fatto politica non possa fare l’imprenditrice: sono stata colpita per il mio cognome, mi fossi chiamata Rossi non sarebbe successo nulla. Ma nel mio lavoro ho profuso anni di impegno e sacrifici”.
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