BIMBA INVESTITA A 2 ANNI, MAMMA NUNZIA: “NESSUN INCIDENTE, VENDETTA CONTRO DI ME”

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“Ho visto la vettura che invece di parcheggiare si dirigeva a gran velocità nella nostra direzione e ha proseguito la corsa senza frenare travolgendo la mia piccola”.   Nonostante l’impatto l’auto non si è fermata, è passata sopra il corpicino di mia figlia e poi si è dileguata lasciando Sara in una pozza di sangue”. La scena di questo drammatico investimento è la spiaggia di Santa Maria del Cedro (Cosenza), l’auto è quella di Gino Pignataro, 72 anni; la vittima è la piccola Sara Leo, di anni 2, che quel giorno passeggiava insieme alla mamma e al fratellino di sette mesi.

A raccontare quei drammatici istanti a ‘Giallo’ dopo 7 anni è stata Nunzia Varriale. Nonostante oggi il responsabile sia stato condannato in primo grado  – a tre anni e sei mesi di carcere – per omicidio stradale, per Nunzia e suo marito questa storia è tutt’altro che finita.

Per i genitori di Sara, infatti, non si tratta di una tragica fatalità. La coppia conosceva giù l’uomo che ha ucciso con l’auto la loro figlioletta. Il 72enne gestisce un piccolo chiosco sul lungomare di Santa Maria del Cedro, proprio accanto al lido di proprietà della famiglia di Nunzia, con la quale c’erano state alcune liti. E la dinamica di quel tragico evento ha portato alla convinzione dei genitori di Sara che l’investimento non sia stato un tragico incidente stradale.

Analizzando la dinamica dell’azione, infatti, appare incontestabile il fatto che l’auto di Pignataro non si è fermata neanche dopo aver colpito la bambina.
I genitori hanno inoltre chiesto ai giudici di contestare all’imputato anche l’aggravante della ‘previsione dell’evento’. Date le circostanze, in poche parole, il guidatore non poteva non prevedere di investire quella bambina con la propria condotta di guida. “Noi non ci fermiamo – dice l’avvocato Gentile – vogliamo il riconoscimento della ‘colpa cosciente’.

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