STOP ALL’ALTERNANZA TRA ORA SOLARE E ORA LEGALE: LA DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

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Ora legale, ora solare. Se ne parla da diversi anni e il tema è stato affrontato anche dal parlamento europeo negli ultimi anni. È nel congresso comunitario che si è cercato di superare la differenza tra vari paesi. Non tutti, infatti, applicano il cambio orario durante l’anno e questo, secondo diversi esperti, genera problematiche di varia natura a livello economico e di coesione. Ora, però, c’è la decisione. E c’è la data in cui la cara vecchia abitudine verrà meno.

A prendere la decisione, già nell’aria da tempo, è stato il parlamento dell’Unione europea. Nessuno metterà più mano agli orologi per mandare avanti o indietro le lancette. Con 23 voti favorevoli e 11 contrari, la posizione trovata è stata di lasciare che gli Stati decidano autonomamente se rimanere nell’ora solare o nell’ora legale. Qualsiasi sia la decisione, da quel momento non si potrà più tornare indietro.

La commissione Trasporti ha bocciato la proposta che voleva far abolire l’alternanza tra ora legale e solare già dal 2019. La decisione a cui si è arrivati è di lasciare che ciascun paese possa decidere quale dei due sistemi adottare. L’unico vincolo è che la decisione presa non potrà essere cambiata per alcun motivo. La commissione Ue a questo punto avrà il compito di monitorare se la decisione presa dai governi non comprometta il funzionamento del mercato interno. 

Viene difatti stabilito che nel caso in cui i diversi orari degli Stati membri dovessero ostacolare “in modo significativo e permanente” il corretto funzionamento del mercato unico, il collegio dei commissari potrà presentare una proposta per rinviare la data di applicazione della direttiva di un massimo di dodici mesi e presentare una nuova proposta. Dunque, dal 2021 ogni Stato membro dovrà decidere cosa fare, quale orario scegliere. Senza poterlo più cambiare successivamente. 

Sul tema c’era già stata una consultazione nel 2018, promossa dalla Commissione Europea. In quell’occasione, su circa 4,6 milioni di partecipanti, l’84% si disse favorevole all’abolizione, ma erano quasi tutti cittadini tedeschi o di paesi del nord Europa.

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