Claudio Pinti sarebbe ricoverato in ospedale in gravi condizioni di salute. L’autotrasportatore marchigiano di trentasei anni soprannominato l’untore dell’Hiv perché, pur consapevole, da almeno undici anni, di essere sieropositivo avrebbe avuto rapporti non protetti con molteplici partner oltre alla sua compagna trasmettendo anche a loro la malattia.
Proprio oggi in occasione dell’udienza del processo nel quale è imputato di lesioni personali gravissime per aver contagiato di Hiv la sua ex fidanzata e di omicidio volontario per la morte della ex compagna, deceduta nel 2017 per una patologia legata all’Hiv si è appreso che l’uomo sarebbe ricoverato in ospedale. Pinti infatti atteso al Tribunale di Ancona per partecipare all’udienza e assistere alla sentenza a suo carico non si è presentato. L’uomo, che già nei mesi scorsi era visibilmente dimagrito e sofferente, da fine dicembre sarebbe ricoverato in un ospedale di Viterbo dove sarebbe stato portato dal carcere a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni. L’udienza, svoltasi con rito abbreviato come richiesto dalla difesa, intanto è andata avanti. L’accusa ha chiesto per l’uomo una condanna a 18 anni di carcere considerando anche il beneficio della riduzione di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato.
Dopo le richieste di parti civile e difesa, il giudice per le udienze preliminari Paola Moscarol si ritirerà in camera di consiglio per emettere il verdetto che è atteso nel pomeriggio. Il caso di Pinti venne alla luce nel maggio scorso quando la donna che frequentava da alcuni mesi, a seguito di malesseri fisici e relativi controlli, scoprì di essere stata contagiata e lo denunciò. Si scopri allora che l’uomo sapeva di essere affetto da Hiv da oltre un decennio ma che nel frattempo aveva tenuto nascosto a tutti la malattia avendo rapporti sessuali non protetti con oltre un centinaio di donne, come ammesso da lui inizialmente. Nonostante i risultati delle analisi, infatti, lui rifiutava di considerarsi malato. “Ero sieropositivo, ma poi ho rifatto gli esami e non è risultato più niente”, avrebbe sostenuto davanti alla compagna quando lei gli aveva chiesto spiegazioni.