Ecco le parole di Corona riguardo il suo rapporto con il sesso in carcere: “Per i primi tre mesi in carcere l’istinto sessuale, che poi risveglia un po’ tutto, svanisce a causa dei farmaci che ti somministrano per rincoglionirti e farti passare le giornate. Poi a un certo punto ti devi svegliare. Hai due possibilità – prosegue Fabrizio parlando ancora dell’esperienza vissuta dietro le sbarre – o diventi un animale e approfitti di un detenuto gay, o pensi alla tua compagna e provi a capire se là sotto funziona tutto.
Masturbarsi in carcere significa prima di tutto pianificare un sistema per farlo. Ma prima devi sentire pronto a ‘sentire’ nuovamente sensazioni spente. L’uomo perde la sua dignità, i farmaci smorzano tutto. Si può ‘fare da soli’, ma è un vero casino. L’unico momento libero per ridare dignità al tuo essere uomo è sotto la doccia. Nelle docce del carcere vi è un buco che consente alle guardie penitenziarie di monitorare che tutto vada bene. Ma nessuno vuole mostrare un momento di intimità come quello e quindi il foro viene coperto con un asciugamano. Tu fai veloce e speri di finire prima che le guardie tornino e tolgano l’asciugamano. Però, quando ci riesci, ritrovi la tua dignità”