“Mi ricordo la sua voce, era da grande, e poi il suo sorriso. Quello non se lo scorderà mai nessuno. Ho trovato una lettera in cui lui diceva che stava bene quando faceva sorridere la gente. Avrei voluto abbracciarlo molto di più”. È commossa Donatella Magagnini parlando ai microfoni di Fanpage.it. Suo figlio, Daniele Pongetti, è una delle sei vittime della strage di Corinaldo. Aveva solo 16 anni quando, la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, è morto schiacciato dalla folla di persone che si trovava all’interno della discoteca Lanterna Azzurra in attesa del concerto del trapper Sfera Ebbasta. Insieme ad altri quattro adolescenti e ad una mamma di 39 anni, è stato travolto dalla calca generata dall’allarme per l’utilizzo di uno spray urticante al peperoncino.
Donatella è ancora arrabbiata per quanto successo lo scorso anno a Corinaldo e chiede giustizia. “Io non ce l’ho prettamente con Sfera, avevo detto che ce l’avevo più che altro con l’organizzazione. Lui non ha fatto niente, è tornato indietro quando ha saputo quello che era successo, ed è finito lì. Ha scritto questa lettera in cui diceva che si chiamava Gionata, che era molto addolorato e che si metteva a disposizione per qualsiasi coss. Poi basta. Non ci ha mai telefonato. Si è fatto le stelline ma non ha fatto niente. A distanza di un anno sono molto arrabbiata. Non ci si può rassegnare ad aver perso un figlio. Voglio che chi ha responsabilità paghi perché queste cose non devono più succedere”.