Alberto Brambilla è un esperto di previdenza, presidente del Centro studi itinerari previdenziali, ed è da tempo considerato vicino alla Lega. Il suo nome è spesso stato accostato all’Inps, come possibile successore di Tito Boeri. Ma ora Brambilla critica la quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto per volontà della Lega e che il presidente del Centro studi ritiene insoddisfacente per le modalità in cui è stato realizzato e strutturato. Secondo l’analisi di Brambilla, illustrata con un intervento sul Corriere della Sera, la misura costerà in totale tra i 30 e i 33 miliardi e non porterà a un vero ricambio generazionale: per ogni dieci pensionati, secondo i suoi calcoli, uno solo verrà sostituito con un giovane. Per capire, comunque, se la misura funzionerà realmente, come sostiene il governo, si dovrà attendere qualche mese, quando si riuscirà a capire se ci sarà effettivamente la staffetta generazionale grazie alle nuove assunzioni.
I dati del Centro studi di Brambilla però permettono di fare alcune considerazioni. Intanto il costo totale dell’operazione si dovrebbe aggirare, in totale, intorno ai 30-33 miliardi di euro tra il mancato flusso dei contributi in entrata nelle casse dell’Inps e le maggiori spese per le prestazioni anticipate. L’ipotesi, secondo Brambilla, è che nel triennio vadano in pensione 300mila persone con la quota 100, ovvero con almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati. La durata media dell’anticipo è tra 1,5 e 4,5 anni. In questo calcolo viene considerata anche l’opzione donna, così come la normale pensione anticipata prevista con i criteri della legge Fornero per chi ha 42 anni e 10 mesi di contributi.
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