Impossibile infatti per la squadra di minatori scendere fino alla profondità richiesta per iniziare a scavare manualmente il tunnel di collegamento tra il nuovo pozzo e quello in cui si dovrebbe trovare il piccolo Julen. Non si passa: potrebbero infatti loro stessi rimanere bloccati a 40 metri di profondità e ad ogni modo non riescono a scendere fino ai previsti 60 metri con gli strumenti necessari per proseguire le operazioni.
Ma questo purtroppo non è tutto, sin dal giorno della caduta, il piccolo Julen non da segni di vita. E quella flebile speranza è, in termini percentuali, davvero minima. Per gli esperti è stata presa in considerazione l’opzione più sicura, ovvero quella di riempire di terra il tunnel appena scavato per poi perforarlo con un diametro maggiore: si tratta tuttavia di una nuova battuta d’arresto che causerà altri ritardi nelle operazioni di soccorso.
Ora gli stessi soccorritori hanno deciso di non diffondere nuove previsioni sui tempi in cui verranno portate a termine tutte le operazioni necessarie per permettere di scavare la galleria orizzontale di quattro metri necessaria per raggiungere la posizione in cui si pensa si trovi il piccolo Julen. In particolare si tratta di un problema con l’installazione del tubo del tunnel attraverso il quale i minatori devono entrare” ha spiegato a La Vanguardia Juan Lopez-Escobar, delegato del Collegio ufficiale degli ingegneri minerari del Sud.