“Vergogna, è uno schifo”, urla la mamma di Marco Vannini quando il giudice della Corte d’Assise d’Appello legge la sentenza che condanna Antonio Ciontoli a 5 anni per omicidio colposo e a tre anni gli altri membri della famiglia. “Non può valere 5 anni la vita di mio figlio. Dove sta la legge? Lui era nel fiore degli anni. Aveva il futuro davanti…”, urla ai giudici.
“Chi protegge questi personaggi? Mio figlio è stato lasciato agonizzante e poteva salvarsi se fosse stato soccorso in tempo. E’ una vergogna. Sono tutti venduti. Io e mio marito strappiamo la tessera elettorale. Non c’è Stato per mio figlio”, dice ancora in lacrime ai cronisti. Fuori dall’aula sono tantissime le proteste da parte di familiari e amici di Marco. “Non è possibile, non è giusto”, dicono in molti.
Anche il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, ha commentato negativamente la sentenza d’appello: “Uno Stato che consente di uccidere un suo ragazzo senza che di fatto i suoi assassini vengano puniti non è uno Stato di diritto ma è uno Stato in cui la giustizia oramai è morta e le Istituzioni non sono più un riferimento credibile per i cittadini. Da sindaco mi sento di dire che oggi provo un senso di vergogna nell’indossare la fascia tricolore in rappresentanza di uno Stato che non tutela i cittadini e che lascia impuniti gli assassini di Marco. Metterò le bandiere della nostra città a lutto e invito i sindaci di tutta Italia a farlo in rispetto di Marco Vannini e dei tantissimi che come lui hanno perso la vita senza che lo Stato italiano gli riconoscesse giustizia”.